La prigione

Racconto già pubblicato in capitoli
La caduta Nero Arancio Blu Rosso Verde Giallo Viola

Ho deciso di riunirlo in un unico post sul mio blog per rileggerlo ogni volta che lo desidero.

castle-3925038_640.jpg
Foto di Jan Marczuk da Pixabay

Nessuno sapeva quando aveva fatto la comparsa in quel mondo e nemmeno cosa avesse fatto fino al giorno in cui si era risvegliata in quel luogo… già ma che posto era quello? E soprattutto lei chi era?

Lei era una donna da un'età indefinita, lunghi capelli argentei, ma un viso e una pelle da ragazzina. Chiunque l'avesse incontrata avrebbe pensato che avesse al massimo 25 anni, ma era in quel mondo da almeno 5 secoli. Non aveva mai conosciuto i genitori, non sapeva nemmeno se era nata da un uomo e una donna o se era stata creata dal Signore di Regnbogi, Dreki. Sapeva solo che un giorno qualcosa era cambiato ed era apparsa nel castello del Re.

Dreki, il Re di Regnbogi, non era un uomo comune, era il figlio uno degli Dei più potenti che, innamorato di una donna di corte, aveva fatto di tutto per possederla. Da questo amore, ricambiato e bruciante di passione, era nato Dreki. Il bambino crebbe in fretta, la sua bellezza era pari alla sua potenza e crudeltà. Era riuscito ad imprigionare il padre ed aveva conquistato il trono del Regno. Essendo per metà divino, l'uomo desiderava l'eternità e, usando le proprie conoscenze alchemiche, riuscì finalmente a soddisfare ogni desiderio. Ma non era sufficiente… desiderava essere in grado di creare e distruggere ogni cosa, soprattutto esseri umani.

Fu durante uno di questi esperimenti che la donna era venuta al mondo. Lui aveva in mente un progetto, desiderava una schiava il cui solo scopo nella vita era soddisfare i suoi bisogni, e la donna appena creata serviva proprio per questo.
Per il primo secolo di vita aveva eseguito il suo ruolo perfettamente, ogni desiderio veniva esaudito senza fare domande o porsi problemi, ma un giorno accadde qualcosa di diverso… Dreki si era dimenticato di lei, aveva altre cose da fare e non le chiese niente, nessun desiderio. Quel gesto fu l'inizio di un enorme cambiamento, nella donna iniziarono a formarsi pensieri e desideri. L’abbandono aveva dato inizio ad un percorso di consapevolezza che, fino ad allora, non era mai stato stimolato e che non aveva avuto necessità di esistere, ma, adesso, era diventato essenziale per sopperire alle mancanze del suo padrone. Ogni giorno la coscienza della donna si apriva a nuove esperienze, non ricordava niente del passato e, dopo alcuni anni, scoprì di chiamarsi Longun.

Il tempo scorreva lento, ogni tanto Dreki continuava a dimenticarsi di lei e si perdeva dietro ad altre sue creature e, ogni volta che ciò accadeva, il percorso di crescita di Longun accelerava e si avvicinava sempre di più al suo completamento.

Fu proprio il giorno del compimento del suo quinto secolo di vita che la trasformazione si concluse; Longun divenne una persona completa, con volontà e desideri propri, senza più bisogno di esaudire desideri degli altri per avere senso di esistere. Quella notte Dreki la chiamò per uno dei suoi strani desideri notturni e, per la prima volta, Longun si rifiutò di obbedire. La furia di Dreki fece tremare le mura del Palazzo, le urla di rabbia fecero scomparire dal cielo la luna e le stelle e Longun si trovò immersa nel buio.

In piedi vedeva intorno a sé solo nero… il silenzio rendeva ancora più complicato capire dove fosse finita, il terrore si impossessò di lei e tutto ciò che rimase di quel giorno fu un urlo di dolore.

death-164761_640.jpg
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Il nero avvolgeva Longun come un sudario, era terrorizzata e si accucciò a terra disperata iniziando a piangere. Non riusciva a capire o a percepire lo scorrere del tempo, fu solo quando l'ultima delle sue lacrime cadde sul pavimento che si rese conto di non poter contare su nessuno se non su sé stessa.
La prima cosa che fece fu alzarsi in piedi e iniziare a camminare in linea retta con le braccia stese davanti a sé. Ovunque fosse, prima o poi avrebbe trovato qualcosa. E così fu, dopo pochi passi qualcosa di liscio sfiorò le sue mani. Aveva trovato una parete!
Appoggiò la testa al muro ed iniziò a respirare piano, doveva tenere la mente libera e sgombra se voleva salvarsi.

Tenendo la mano appoggiata alla parete iniziò a camminare in una direzione qualunque, se si fosse trovata in uno dei luoghi che immaginava, la stanza non avrebbe dovuto essere più grande di venti passi per lato, ma per prima cosa doveva trovare un angolo. Solo in quel modo poteva misurarla e creare nella sua mente l’immagine del luogo che la imprigionava.

1..2..3..4..5..6 ecco l'angolo che cercava! Si tolse le scarpe appoggiandole a terra a fianco della parete. Aveva bisogno di segnare in qualche modo il punto di partenza di quella esplorazione, ma non sentiva sporgenze o vedeva qualcosa da poter usare come riferimento e, per questo motivo, aveva pensato di usare le scarpe.

Doveva solo concentrarsi, fare passi lenti e costanti e non lasciarsi distrarre.

1..2..3..4..5 il pavimento era freddo sotto ai piedi, ma non era fastidioso.

6..7..8..9..10 non sentiva sotto i piedi o sotto le mani nessuna fessura, come se parete e pavimento fossero un unico blocco nero.

11..12..13..14..15 annusava l'aria, ma nessun odore arrivava alle sue narici.

16..17..18..19..20 e dopo venti passi l'angolo era arrivato. Mancava solo scoprire quanti angoli aveva la stanza.

Riprese il suo conteggio mentre con la mente pensava alla forma del castello. Il Castello era formato da un corpo centrale sferico incastonato in un cubo ed aveva agli angoli una torre. Le quattro torri, ognuna con una forma differente, avevano scopi ed usi differenti, ognuna con un incantesimo sopra. Purtroppo non sapeva cosa venisse fatto in ognuna di esse. Solo Dreki conosceva la loro funzione, nemmeno i servi del Castello sapevano cosa vi avvenisse, era vietato l’accesso anche a loro.

Il piede sinistro colpì le scarpe, aveva contato sei angoli… si trovava all'interno della torre Ovest. Colpì con un pugno la parete di fronte a lei, a che serviva sapere dove si trovava se non aveva idea di come fare per uscire? Lo sconforto stava di nuovo avvolgendo la sua anima. Si lasciò cadere a terra, avrebbe voluto piangere, urlare, ma sapeva che non sarebbe servito a niente. Quanto tempo sarebbe riuscita a resistere prima di morire o, peggio ancora, impazzire? Poi, come per magia, qualcosa accadde. Un lieve raggio di luce arancione iniziò a squarciare il buio della stanza.

fire-171229_640.jpg
Foto di adrian schüpbach da Pixabay

Agli innocenti e alle persone sincere, arriva sempre un aiuto da qualcuno di inaspettato

Una voce ruppe il silenzio della stanza accompagnando la luce arancione che lentamente si stava allargando.

Chi sei? Dove sei?

Domande uscite di getto dalla sua bocca ma che si persero nel silenzio che era nuovamente calato sulla stanza.

Era un uomo, sicuramente la voce era maschile; una voce profonda e rassicurante, ma sconosciuta. Alla corte di Dreki erano pochi gli uomini che avevano accesso alle torri e, quasi tutti, erano servi che si occupavano di lavori manuali. Quella voce, anche se aveva parlato appena, apparteneva a un nobile, a qualcuno che non era abituato a servire, ma a essere servito. Purtroppo Longun non aveva mai conosciuto nessuno così, Dreki era il solo uomo differente da un servitore con cui avesse mai avuto a che fare, e quello che aveva parlato non era sicuramente lui.

Smise immediatamente di pensare a quelle parole e si concentrò sulla luce che, lentamente, aveva assunto la forma di una porta, un rettangolo arancione che spiccava nel nero della stanza. Aveva paura, l’ignoto che si trovava dall’altra parte era la salvezza oppure una prigione ancora più spaventosa di quella attuale? La voce risuonava ancora nella sua mente, arriva un aiuto, così aveva detto. Aiuto…

Stava ancora cercando di capire se si poteva fidare quando si accorse che il nero stava prendendo di nuovo il sopravvento. Si alzò in piedi e corse gettandosi nella luce, riuscendo ad attraversarla poco prima che si chiudesse alle sue spalle.

Aveva il fiato corto e si sentiva il cuore in gola mentre osserva la stanza. Una luce arancione appiattiva tutto quanto, ma era facile capire dove si trovava senza bisogno di misurarla di nuovo contando i passi. Tre lati e tre angoli, era la torre Nord. La porta l’aveva fatta evadere da una prigione per gettarla in un’altra.

Iniziò a parlare da sola, magari l’uomo di prima l’avrebbe ascoltata e aiutata di nuovo.

Mi sono ribellata al mio padrone perchè ero stanca di essere un oggetto. Desideravo vivere, avere la possibilità di fare quelle cose che davano gioia anche a me e non solo a lui. Avrei desiderato sapere che ero utile, che ero qualcosa di valore, ma così non è stato.

Si interruppe e tese le orecchie, ma nessun rumore la raggiunse.

Quando ha scoperto che non ero più malleabile mi ha gettato come una scarpa rotta, mi ha rinchiusa in una prigione buia. Ho cercato di fuggire, ma sono di nuovo prigioniera.
Sospirò, desiderava un gesto, una parola da qualcuno poi un piccolo puntino blu iniziò a muoversi attirando la sua attenzione

La strada per la libertà è irta di ostacoli

Di nuovo quella voce, qualcosa stava per accadere oppure la sua mente stava già iniziando a soffrire quella prigionia? Il puntino blu si avvicinava sempre di più, tra poco avrebbe scoperto se quello era il tramite per uscire da lì.

fence-5243343_640.jpg
Foto di AJS1 da Pixabay

Longun teneva lo sguardo fisso sul puntino blu che si avvicinava. Lentamente i primi dettagli iniziavano ad apparire, due piccole ali che si muovevano rapidamente, un corpo di piume ed un piccolo becco, anch'esso blu come il resto del corpo. Solo gli occhi erano gialli e la fissavano.

Tu sei la ribelle, o almeno così mi ha detto il mio padrone prima di mandarmi qua da te.
L'uccellino parlava con una vocetta acuta e penetrante. Era fastidioso sentirlo parlare, ma era impossibile ignorarlo.

Chi è il tuo padrone? È l'uomo che mi ha parlato mentre ero prigioniera nella torre Ovest? Ti ha mandato a salvarmi e a farmi uscire da qua?
La fame di conoscenza non sembrava essersi sopita, la donna aveva ancora bisogno di imparare e conoscere. A quanto pareva la sua trasformazione non era completa come aveva pensato quando era fuggita.

L'uccellino non rispose, ma prese a volare per la stanza soffermandosi negli angoli e beccando qualcosa di sconosciuto. Longun non capiva cosa stava facendo, ma seguì in silenzio i suoi movimenti.

All'inizio sembravano movimenti casuali, fatti senza un motivo, ma piano piano si iniziarono a vedere fili sottili che costruivano una ragnatela con al centro la donna. Fili che le si attorcigliavano addosso ma comunque attaccati alle pareti.

Cosa stai facendo? I tuoi fili sono stretti e mi stanno imprigionando!
Longun urlava e supplicava mentre il progetto dell'uccellino stava prendendo forma. Stava costruendo un bozzolo intorno a lei, come quello dei bruchi prima di morire per rinascere farfalla.

Mi soffocherai, se mi rinchiudi tra questi fili morirò! E io… non voglio morire. Non posso morire prima di aver scoperto…
Non riusciva più a parlare. Con i suoi movimenti le aveva costruito un bavaglio davanti alla bocca che le impediva di parlare.

Il tempo passava e ormai erano rimasti solo gli occhi scoperti. Sottili fili blu l'avvolgevano e l'uccellino continuava il suo lavoro senza sosta e senza mostrare stanchezza.
Donna, non hai ancora compreso che altri hanno già deciso per te? Tutto questo fa parte di un progetto scritto secoli fa quando sei venuta al mondo. Ora devi solo percorrere i passi per compierlo.
Quella vocetta stridula aveva parlato ancora e, senza attendere ulteriormente, ricominciò il suo lavoro coprendole anche gli occhi.

Longun era nuovamente isolata dall'esterno, l'arancione della stanza era scomparso lasciandola avvolta nel blu. Avrebbe voluto pregare, ma non conosceva il nome degli dei e, quindi, non era in grado di convocarne uno. Avrebbe voluto chiamare Dreki e chiedergli perdono, ma non poteva farlo, non doveva farlo.

Lentamente le lacrime ripresero a solcarle il volto, nuovamente era tornata a credere di essere alla fine della sua fuga, ma le parole dello sconosciuto le tornarono alla mente. Nel bisogno sarebbe arrivato un aiuto, l'uccellino aveva detto che qualcuno stava gestendo la sua vita, che tutto era già scritto e deciso. Doveva credergli, doveva fidarsi di lui, era la sola speranza che le restava.

Aveva appena finito di formulare quel pensiero che qualcosa squarciò il blu. Due occhi rossi la stavano osservando sopra una bocca che rideva sguaiata.

eye-1574829_640.jpg
Foto di ana carla da Pixabay

Ancora non riusciva a parlare e nemmeno a muoversi, ma non poteva fare a meno di fissare quegli occhi rossi.

La bocca rideva e sembrava sospesa a mezz'aria. Non era ben chiaro se la bocca e gli occhi appartenessero alla stessa creatura o fossero due essere distinti.

Longun avrebbe voluto parlare per chiedere qualcosa di più, ma più si sforzava e più i fili la stringevano togliendole il fiato.

Stupida donna, non capisci che più ti affanni e sforzi e più la tua prigione ti inghiotte?
La bocca aveva parlato con una voce femminile. E smise di ridere tornando seria.
Sei stata tutta la vita prigioniera ed eri felice. E ora che puoi aspirare alla libertà lotti contro la salvezza?

Un volto e lunghi capelli rossi iniziarono a prendere forma intorno agli occhi. Il volto era di una donna non più giovane, solcato da profonde rughe.
Rilassa le tue membra e, invece di urlare, respira profondamente e prova a parlare. Vedrai che otterrai il risultato che desideri.

Longun avrebbe voluto reagire d'istinto, ma decise di seguire il consiglio. Chiuse gli occhi e iniziò a fare profondi respiri. Lasciò che le braccia si distendessero lungo il corpo rilassando i muscoli..
La calma si stava diffondendo nella sua anima e il bozzolo che la imprigionava sembrava stringere meno. Aprì gli occhi e li fissò sulla vecchia.

Chi sei? Da dove provieni? Non ricordo di averti mai visto a Palazzo.

La donna fece alcuni passi indietro e si mostrò interamente. Due ali rosse la tenevano sollevata da terra mentre un corpo mostruoso con due artigli al posto delle gambe completava la sua figura. Non aveva braccia, i seni erano scoperti e il corpo era simile a quello di un uccello.

Sono una delle guardie della torre Nord o meglio… il nido dove vivo con le mie sorelle si sviluppa per tutta la torre. Solo le fondamenta non ci appartengono. La base su cui poggia la nostra casa è una stanza di colore arancione. Non ci è permesso volare fuori delle mura della torre e, in cambio di questa prigionia, ci viene dato tutto ciò che desideriamo. Cibo… uomini… gioielli… e per adesso ci sta bene così.

Longun assorbiva quelle informazioni come una spugna. Una delle torri era la casa di quelle strane donne dal corpo di uccello. Dalle parole che aveva udito, aveva dedotto che fossero tutte donne e, quando aveva detto uomini, aveva immaginato che fossero persone comuni che servivano per riprodursi. Alla fine anche la loro vita era una prigione.

Come mai allora non ci sono le tue sorelle qui con te? Chiese Longun desiderosa di conoscere qualcosa di più. Ma la donna dai capelli e dalle ali rosse non rispose. Sbatté violentemente le ali e alcune penne di staccarono dirigendosi verso il bozzolo.
Le penne come pugnali tranciavano i fili e ferirono il corpo della fuggitiva. Un lampo verde le fece perdere i sensi e cadde a terra libera.

abstract-1168134_640.jpg
Foto di Igor Schubin da Pixabay

Gocce d'acqua le cadevano sulla faccia e sui capelli e la costrinsero a riprendere i sensi e ad aprire gli occhi.
Un'enorme cupola di verdi foglie la sovrastava e le impediva di vedere il soffitto.
Si tirò su rimanendo però seduta a terra e cercò di capire con lo sguardo dove si trovasse e se fosse ancora nel Palazzo.
Si guardò alle spalle e trovò un enorme muro di spine, ai lati dei rampicanti ricoprivano tutto e, insieme alla cupola di foglie, creavano una specie di corridoio.

Un lungo serpentone verde partiva da quel muro di spine e proseguiva senza fine.
Non esistono giardini nella proprietà di Dreki. Non vuole fiori o alberi nei luoghi dove posa il suo sguardo. Questo posto non appartiene a Regnbogi.

Fu in quel momento che una risata ruppe nuovamente il silenzio e la voce che le aveva parlato nella torre Ovest si fece sentire di nuovo.

Quanto sei ingenua bambina, senza piante e fiori non avresti aria pulita e frutti e questo Dreki lo sa!

Si alzò in piedi di scatto in cerca del proprietario di quella voce, ma non vedeva altro che foglie e spine. Aveva aperto la bocca per ribattere e chiamarlo, ma la richiuse di scatto senza aggiungere altro. Una voce nella sua testa le diceva che era completamente inutile provarci.

Stavolta non aveva bisogno di un suggerimento su cosa fare, tutto dentro di lei la invitava a imboccare il corridoio e così fece. Passo dopo passo si allontanava dal muro di spine e si addentrava nella foresta. Si rendeva conto che il corridoio saliva delicatamente curvandosi in una spirale.

Un corridoio forato che avvolge la torre Est. I fori servono per la luce e l'aria alle piante. Ecco che intendeva la voce prima.

Sentiva la bocca secca e si avvicinò alla parete per cercare alcune gocce d'acqua, bastò alzare la testa per vederle scendere da una pianta e berle dalla foglia che era vicino al suo volto. Era fresca e dette sollievo alla sua bocca arida. Provò, inoltre, a scostare le piante per cercare una di quelle finestre che si vedevano dall'esterno, ma il muro di foglie era solido e compatto e fu tutto inutile.

Riprese il cammino, temeva di non arrivare mai alla vetta, ma, quando ormai aveva perso le speranze, la foresta si trasformò in una radura. Era giunta in cima alla torre.

Stava in mezzo alla stanza e si guardava intorno con attenzione, non sapeva se erano le piante o l'ennesimo dejavù, ma questa volta era serena. Osservava ogni foglia delle pareti con curiosità, ma senza paura ed esattamente come nelle altre torri attendeva un segno per proseguire e così accadde. Una testa di serpente apparve davanti a lei. Due enormi occhi gialli spiccavano nel verde della testa. Ondeggiava con fare ipnotico attirando su di sé l'attenzione della donna.

Longun non riusciva a distogliere lo sguardo e non si accorse di ciò che stava accadendo. Sotto la testa apparve il corpo del serpente che si avvicinava a lei e le si avvolgeva intorno.
Il serpente non smetteva di fissarla ondeggiando e lentamente si avvolse intorno al corpo di lei stringendola in una morsa mortale.

Longun non si accorse di niente, come senza volere sembrava una bambola senza vita. Il serpente attese di averla totalmente in suo possesso prima di aprire la bocca e ingoiarla in un boccone.

flower-4750726_640.jpg
Foto di Zotx da Pixabay

La bocca del serpente si avventò su di lei senza lasciarle il tempo di reagire. Si sentì sollevare da terra prima di precipitare verso il basso.

Chiuse gli occhi pronta all'impatto, ma si sentì bloccare nella discesa, qualcosa la tratteneva e la faceva scendere lentamente. Appoggiò i piedi a terra, stava per riprendere fiato quando qualcosa la spinse dalla pedana e la fece cadere su uno scivolo.

Scendeva sempre di più, alcune curve rallentavano la discesa, ma sembrava non arrivare mai a destinazione, o almeno così credeva finché non si trovò faccia a terra su un duro pavimento.

Finalmente sei arrivata alla fine del tuo viaggio.

Di nuovo quella voce, ma stavolta la sentiva molto vicina e si alzò da terra convinta di trovarlo davanti a sé, invece era ancora sola!

Aveva ben chiaro dove si trovasse… una semplice stanza quadrata con le pareti gialle come il sole e una strana apertura sul soffitto le urlavano proibito nella testa. La torre Sud era il luogo proibito. Nessuno poteva avvicinarsi senza sopravvivere.
I pochi che ci avevano provato erano stati uccisi da strane creature alate che facevano la guardia alle porte. Non c'erano servi e nemmeno contadini che portavano cibo.
Per i corridoi di palazzo si vociferava che quel luogo contenesse l'oggetto dell'immortalità di Dreki.

E quindi è questo il luogo dove rimarrò fino alla fine dei miei giorni. Sono passata da una buia e triste prigione, ad un'altra dorata.

Il bagliore accecante del giallo stava scemando mostrando un arredamento lussuoso. Era una stanza da notte, un enorme letto con tende intessute d'oro occupava la maggior parte dello spazio. Soffici tappeti ricoprivano il pavimento mentre grossi armadi e una piccola toeletta nascondevano le altre pareti. Tutto era giallo… le varie sfumature davano vita alla stanza riuscendo a creare volume.

Hai fatto un lungo cammino. Sono passati mesi da quando Dreki ti ha imprigionato. Hai bisogno di mangiare, di lavarti e cambiarti d'abito. Dopo parleremo della profezia.

Improvvisamente apparve un tavolo pieno di cibo, una tinozza piena d'acqua calda, fiori ed uno splendido abito viola. Longun si guardò le mani, erano coperte di terra e fango, i piedi nudi e le gambe erano graffiati e il vestito stracciato. Si toccò i capelli e li sentì arruffati. Guardò la tavola imbandita e la fame si fece sentire con un lieve brontolio.

Sono passati mesi? Ma io credevo che fosse passato solo un giorno, due al massimo.

Si tolse quel che rimaneva del vestito e si immerse nella tinozza. L'acqua calda piena di fiori faceva pizzicare le ferite ma leniva il suo animo.
Si sentiva nuovamente un essere umano e non una bestia in fuga.
Sistemò i capelli ed indossò l'abito. Era semplice, lungo fino alle caviglie con le spalle scoperte. Lo sentiva morbido addosso come una seconda pelle, chiuse gli occhi godendo di quel contatto prima di mettersi finalmente a mangiare.

Pane, frutta e qualche pezzo di carne arrosto furono il suo lauto pasto. Risistemò gli avanzi prima di sedersi sul letto. Attendeva l'uomo convinta di riuscire finalmente a vederlo, ma il sonno prese il sopravvento.

Mentre cadeva addormentata vide qualcosa avvicinarsi, sembrava un'enorme ala viola.

feather-4431599_640.jpg
Foto di Yuri_B da Pixabay

Longun aveva sognato strane ali dalle lunghe piume viola che la avvolgevano e proteggevano. Le sensazioni che aveva provato erano così reali che faceva fatica ad aprire gli occhi e si rifiutava di svegliarsi.

Una forte risata riuscì a superare la coltre del suo sogno e la fece sobbalzare sul letto riportandola alla realtà. Si guardava intorno, ci vollero alcuni minuti prima di ricordare e capire dove si trovava e che era successo. La stanza gialla… il percorso tra le varie torri… con le mani si lisciò l’abito, ravvivò i capelli e iniziò a camminare per la stanza osservando meglio le pareti. Con la mano le accarezzava sentendo sotto le dita piccole sporgenze che ad occhio nudo non riusciva a vedere.

Finalmente ti sei svegliata, hai dormito a lungo, ma non sono affatto meravigliato di ciò.

Longun si voltò di scatto, di fronte a lei un uomo le sorrideva. In un primo momento stava quasi per svenire per il terrore, Dreki era davanti a lei, l’uomo dal quale era scappata l’aveva sbeffeggiata per tutto il tempo. Poi notò qualcosa che stonava, l’uomo che aveva di fronte aveva una cosa che Dreki non possedeva… delle enormi ali viola che uscivano dalla schiena e lo rendevano simile ad un angelo.

Chi sei? Sei identico a Dreki, ma non sei lui. Il tuo sorriso e i tuoi occhi… ma soprattutto hai le ALI!

Una sincera risata uscì dalle labbra dell'uomo illuminandone i lineamenti. Trasmetteva qualcosa di puro, innocente, molto diverso dall'alone di terrore di Dreki

Il mio nome è Engill e sono il fratello gemello di Dreki; anche se le somiglianze sono esclusivamente fisiche come avrai sicuramente notato

Engill… gemello di Dreki… non aveva mai sentito parlare di lui. Nessuno sapeva della sua esistenza, altrimenti i pettegolezzi di palazzo lo avrebbero nominato almeno una volta.

Si mia cara, hai ragione, nessuno sa della mia esistenza. Quando mio fratello ha preso il potere sono stato rinchiuso in questa torre. Sul letto di morte, nostra madre ci parlò della profezia, ed ora, grazie a te, si potrà avverare.

Longun era sempre più stordita e confusa e non riusciva a credere a quello che le stava succedendo. Mille domande le vorticavano in testa, ma non riusciva a darle voce.

La tua nascita non è un mistero, quando Il vecchio Re è morto, è scoppiata una guerra tra gli eredi e Dreki ne ha approfittato per salire sul trono. La sua brama di potere, lo aveva reso folle e aveva iniziato a cercare nell'alchimia il potere necessario a raggiungere il comando. Per riuscire a salire sul trono ha sacrificato una parte del suo cuore, da quel pezzo di cuore sei nata tu, e lo ha... ti ha usata per obbligare gli eredi del Re ad uccidersi a vicenda.
Fece una pausa invitando la donna a sedersi e a prendere qualcosa da bere.
Nella profezia si parla della fuga del frutto nato dalla bontà di uno dei gemelli e della nascita di una nuova città governata con amore.

Sorrise nuovamente verso la donna, vedendo chiaramente quanto lei fosse turbata e come faticava a credergli. Le si avvicinò e le poggiò una mano sulla guancia.

Chiudi gli occhi Longun e lascia che i miei ricordi diventino i tuoi.

La sete di conoscenza che la possedeva ebbe la meglio sui dubbi o i timori e senza ulteriori domande eseguì quella richiesta.

Engill chiuse gli occhi a sua volta e le aprì la mente. Immagini del passato affioravano in superficie. Due bambini che giocavano e ridevano, l'abbandono del padre che aveva trasformato uno dei due, la morte della madre… Dolore, un immenso dolore la fece piangere, ma il dolce tocco dell'uomo le trasmise serenità prima di ricominciare con i ricordi.
I bambini ormai adulti, la lotta tra figli del Re e la follia del Drago. Vide la sua nascita. Era nata già donna, ed era bastato uno sguardo per innamorarsi dell'Angelo. Si amavano da lontano, e quando Dreki lo scoprì chiuse Engill nella torre Sud e tolse a Longun i ricordi e la volontà trasformandola nella sua schiava.

I ricordi si interruppero lasciando spazio alla realtà. Engill si allontanò da lei

Adesso spero che tu mi voglia credere

Longun lo osservava scioccata, i ricordi stavano lentamente riaffiorando. Quel tocco aveva spezzato anche l'ultimo rimasuglio della magia di Dreki. Ora era completa, completa e innamorata. Di scatto si alzò buttandosi tra le braccia dell'uomo.

Mi sei mancato padrone del mio cuore. Perdonami per l'attesa, ma adesso ho tutto chiaro e non vedo l'ora di essere una sola cosa.

Bastò uno sguardo per capire, e un attimo per unire nuovamente le bocche in un bacio tanto atteso. La stanza gialla scomparve ed intorno a loro iniziò a comparire un nuovo palazzo. Si trovarono catapultati in una corte ricca di fiori e piante. Quattro colonne identiche a quelle del palazzo di Dreki si formarono nei quattro angoli unite da lunghi corridoi.

Dove siamo? Sembra il Palazzo di Dreki. Ma al posto dell’area centrale si trova questo magnifico giardino.

Engill la guardò sorridendo

Si esatto, è il Palazzo di Dreki. Quando hai ripreso la tua memoria, hai riattivato il suo cuore e la sua immortalità lo ha abbandonato spostandosi dentro di te.
La sua follia ha raggiunto l’apice uccidendolo. Quella che vedi è la costruzione di quando ero bambino e vivevamo in pace. Il Palazzo ha ripreso il suo aspetto originario, abbandonando quello costruito da un tiranno.

La profezia si era finalmente avverata e la loro nuova vita poteva avere inizio.

H2
H3
H4
3 columns
2 columns
1 column
1 Comment
Ecency