Un Sabato al Parco

In questo tedioso ma frenetico settembre, Cislago non si tira indietro nel rimettersi in gioco e parte con la campagna elettorale.

Essendo io stesso parte della lista, non spesso ho il piacere di catturare momenti allegri, simpatici e soprattutto umani delle persone con cui collaboro.

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Adoro l’osservazione, il punto di vista secondo me è la cosa più! vicina alla bugia, sembra reale, ma tutto ha un suo lato effimero, illusorio. Quasi evanescente.
La fotografia mi è sempre piaciuta per il modo in cui congela le immagini nel tempo.
Il reportage è la mia passione, quel racconto fatto di immagini che nell’intermezzo lasciano il tempo al sogno, all’immaginazione.
Purtroppo sono profondamente purista e in accordo con i miei (non sani principi artistici) non posso fare a meno di riportare quello che mi circonda in maniera quasi allegra, senza drammi, allentata, riposata. Come se il mondo non avesse fretta di salvarsi.
Era uno di quei sabati pomeriggi da paese, i bambini urlavano per la strada, mentre le mamme indaffarate tra passeggini e coni gelato vanificavano le loro lezioni di yoga per un classico “ mo ti faccio vedere io”

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Con il mio zainetto, colmo di macchine fotografiche obbiettivi e sogni, attraversavo il paese e la piazza pensando come la gente abbia bisogno di relazionarsi. Quei momenti, quegli attimi, che nessuno sarà mai in grado di far tornare indietro, quei piccoli “respiri” fatti di sole autunnale che ancora dona allegria, ebbene… mi faceva sorvolare il pavimento stradale come fosse un tappeto di ghiaccio, volavo.

Arrivato in posizione ho visto i ragazzi della lista civica darsi da fare mentre a colpi di gira di qua, tira di su, abbassa di giu.. montavano il gazebo che corredato da una serie di bandiere quasi imperiali sovrastava l’entrata del parco di CastelBarco.

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Ovviamente, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di prendere la macchina fotografica ed iniziare a “creare” ma la situazione non poneva stimoli creativi, guardavo le mie foto e “quasi piangevo — io piango un sacco sapete — comunque… mentre cercavo di far in modo che i mie pochi neuroni decidessero di dar vita ad una storia, ho iniziato ad interagire politicamente con gli astanti, e devo dire che la reazione mi ha stupito.

Prima di tutto le persone, (per lo piu ragazzi) erano molto interessati, molti di loro si sentivano in qualche modo addirittura responsabili per la situazione, e chi non lo sarebbe?

Mi sono reso conto che la gente ha bisogno di qualcosa che risolva il problema, e non che lo peggiori. Mi sono accorto che non vogliono più bugie, e chi le vorrebbe del resto!

Voi non siete stanchi di tutto questo? Io si, penso sia umano, avere dubbi, iniziare a pensare con la propria testa e scegliere una volta per tutte come affrontare il problema.

Penso sia umano immaginare che è forse è l’unica soluzione che ci resta.

Sono rimasto piacevolmente colpito dall’impegno, sociale, politico e umano delle persone, e questo mi fa credere di nuovo nella forza dell’amore come forma di unione e mai più di divisione. Vi lascio alla storia fotografica.

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