Riconoscere le notizie ai tempi del coronavirus

Avevo in cantiere due articoli molto interessanti per questi giorni, uno sul pipistrello e il pangolino, e un altro sull’imbarazzante caso Avigan; scorrendo le notizie di ieri, però, sono stato colpito da un trafiletto che ho deciso di usare per rispondere alla domanda posta da @knfitaly qualche giorno fa: come distinguere le fonti attendibili in un mondo come quello di oggi?
La risposta a questa domanda è tutto fuorché scontata, e immagino che buona parte di noi si sia posto questo interrogativo più e più volte nel corso della vita. Ad ogni modo, non credo che possa esistere una risposta universale… Ma dovremmo, di volta in volta, allenarci a discriminare le diverse notizie, riuscendo il più possibile a identificare quelle corrette. Ma come fare?

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Immagine CC0 Creative Commons - Fonte

La notizia

Vi riporto come prima cosa la notizia in questione che, ovviamente è il primo elemento della nostra analisi. Diverse fonti hanno riportato che i morti in Cina, in particolare nella città di Wuhan, potrebbero essere molti di più di quanto il governo voglia fare credere; si parla di almeno 40.000 decessi, a fronte dei 2.500 dichiarati dalle autorità locali. Questo perché secondo alcune stime redatte dall’emittente Radio Free Asia, in questi giorni sarebbero state consegnate alle case funerarie della città non meno di 42.500 urne funebri, necessarie quindi a coprire un fabbisogno di molto superiore a quello dichiarato pubblicamente. Inoltre, sono state rese disponibili online le foto delle famiglie in coda per ritirare le ceneri dei propri chiari; la consegna delle ceneri proseguirà fino al giorno 3 aprile, da informazioni ufficiali, e questo significa che verranno consegnate ben più di 2.500 urne. La notizia è stata poi confermata anche da un camionista che ha affermato di aver portato per diversi giorni carichi da diverse migliaia di urne proprio alle case funerarie di Wuhan. Infine, viene fatto notare che nel terzo trimestre del 2019, quindi quando l’epidemia sarebbe scoppiato in città, sono state cremate 56.007 persone; 1.583 in più rispetto a quelle del quarto trimestre del 2018 e 2.231 in più rispetto allo stesso periodo del 2017.

La notizia è riportata da diverse autorevoli testate italiane e mondiali, con alcune piccole sfumature, ma il succo e i numeri sono sempre gli stessi. Potete verificare di persona.

La prima analisi

Già ad un primo sguardo la notizia contiene elementi che dovrebbero mettere in allarme ogni persona dotata di po’ di senso critico. Ma procediamo con ordine:

  • Le stime redatte dalla prestigiosa Radio Free Asia, notata testata giornalistica che… Nessuno di noi ha mai sentito nominare. Si tratta inoltre di un’emittente radiofonica, e non si capisce quale titolo possano avere per parlare di statistica, e soprattutto di una statistica tanto complessa come quella legata a una pandemia.
  • Le foto delle lunghe code distribuite online… Che nessuno, ad oggi, ci ha ancora mostrato.
  • La notizia confermata da un fantomatico camionista… Che sembra tanto l’amico del cugino di un mio compagno del calcetto.
  • I numeri finali, messi lì per fare scena… Che se letti con attenzione contraddicono il contenuto dell’articolo stesso.

Gli elementi fin qui citati non sono sufficienti a farci bollare la notizia come necessariamente falsa, ma dovrebbero mettere in allarme il nostro senso critico e spingerci a compiere un’analisi più approfondita.

La seconda analisi

Una miglior analisi, allora, potrebbe essere fatta analizzando i numeri. Nel quarto trimestre del 2018 sono morte a Wuhan 54.424‬ persone (56.007 – 1.583) e 53.776 (56.007 – 2.231) sono decedute nel 2017. Ciò significa che, approssimando per difetto, ogni tre mesi a Wuhan muoiono almeno 50.000 persone per cause varie, indipendente dal SARS-CoV-2. Nel 2019 sono morte invece 56.007, un numero sicuramente superiore a quello degli anni precedenti, ma con una differenza statisticamente poco significativa.

È lecito pensare, quindi, che nei primi tre mesi del 2020, quando la pandemia ha mietuto il maggior numero di vittime, a Wuhan siano comunque morte almeno 50.000 persone, come accade ogni anno, più un imprecisato numero di persone decedute direttamente a causa del coronavirus.
Le autorità cinesi, però, hanno bloccato da mesi le cerimonie funebri, come misura di prevenzione, e come sta avvenendo anche in altri paesi. Ciò significa che un gran numero di morti si è accumulato presso le case funerarie. Morti non solo a causa dell’epidemia, ma anche per le normale patologie che caratterizzano la mortalità del luogo. È evidente, allora, che è assolutamente plausibile che in questi giorni siano state consegnate almeno 42.500 urne, poiché in queste urne dovranno essere deposte le ceneri non solo dei morti per COVID-19, ma anche quelle di tutti i “defunti standard” che ogni giorno scandiscono i ritmi di una megalopoli come Wuhan. È assurdo non aver considerato questo dato.

Un ulteriore elemento da considerare è che non in tutte le nazioni i morti per COVID-19 vengono contati allo stesso modo, nemmeno all’interno dell’Unione Europa. Ognuno ha stupidamente deciso di contare i morti secondo differenti modalità… Possiamo ben immaginare che in un paese come la Cina, non proprio famoso per il modo in cui vengono trattati i cittadini più deboli, molto persone potrebbero essere morte senza nemmeno passare attraverso il sistema sanitario, alterando ulteriormente i dati.

Conclusioni

Significa quindi che la Cina ha fornito dati corretti? Probabilmente no. Ma nessuna nazione è in grado, in questo momento, di fornire dati corretti; in primis perché non c’è accordo sulle modalità di raccolta di questi dati. La Cina potrebbe aver sottostimato le morti avvenute, è ovvio. Ma questo perché molte persone potrebbero non essere transitate dagli ospedali prima di morire, oppure perché molte persone morte con COVID-19, ma già in pericolo di vita a causa di altre patologie non sono state conteggiate nel calcolo generale. La grande Germania, dopotutto, sta facendo lo stesso, e nessuno si permette di gridare “la Germania nasconde i numeri reali”.

Per concludere, esistono elementi all’interno delle singole notizie che devono necessariamente metterci in guardia rispetto alla veridicità delle stesse. Sono solitamente elementi ricorrenti come i riferimenti a testimoni non ben identificati, il riferimento a prove che sono “sotto gli occhi di tutti” ma che nessuno riesce a vedere, la citazione di fonti difficili da controllare, e i numeri sistemati in modo tale che risultino di difficile interpretazione. Una penna onesta, infatti, cercherebbe di esporre le cose nel modo più chiaro possibile…

Un’analisi così articolata risulta uno strumento fondamentale per imparare ad analizzare le notizie, arrivando con un minimo di esercizio a discriminare facilmente tra vere notizie e bufale. Viviamo in un mondo che gode di uno strumento eccezionale, il web… Ma dobbiamo imparare ad usarlo come si deve, non solo per cercare le notizie occulte che non ci vogliono dire, ma anche, e soprattutto, per verificare quello che ci viene detto. È più facile di quanto possa sembrare, basta avere fame di verità.




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