SELENYA: L'OMBRA DI KASIHA - Il segugio (by @kork75)

Il segugio

Fida si sedette sul bordo del letto completamente nudo, e lì si accorse dei lividi, ma stranamente non provò alcun dolore. Poi si alzò e si affacciò dalla piccola finestra della stanza: era pomeriggio inoltrato. Un pomeriggio freddo, ma luminoso con un panorama dall’alto dell’osservatorio nitido; il suo sguardo si perse oltre lo Scoglio della Memoria, là due navi militari scortate da un kasika, si addestravano in ardite manovre cinematiche. Alcuni gabbiani sorvolarono la torre, virarono davanti alla finestra per poi strapiombare giù, sino alla scogliera. Il guerriero si affacciò meglio per dare un’occhiata. “Quanto ho dormito? Dove sono? Sicuramente al tempio, questa deve essere la torre… Sono molto debole”, pensò, poi si voltò a cercare i suoi vestiti, che non trovò. Sconsolato e stordito si rimise con fatica sdraiato nel letto; poi, prima di crollare in un altro profondo sonno, biascicando alcune parole mormorò: “Sono sotto la protezione dei sacerdoti… Perché? Speriamo che il ragazzino stia bene… Sike, maledetto bastar…” Passarono altre due notti di Luna viola con la consapevolezza di essere un prigioniero. L’unica cosa che placò la sua ira fu l’abbondante cena della sera prima servita dalle due sentinelle che piantonavano la stanza.


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“Sveglia soldato in piedi! Hai preso questo posto per una locanda?”, mentre pronunciava quelle parole la bionda amazzone si divertì a pungolare le nude natiche di Fida con la spada. L’uomo si voltò di scatto e afferrò energicamente il braccio della donna, per risposta ricevette un secco pugno sul muso da una guardia del tempio: un colpo talmente inaspettato e violento che lo ristese sul letto.
“Vedo che le energie ti sono tornate… Hai anche mangiato, questo è un bene. Ora dobbiamo fare un bel discorso noi due. Lasciateci soli e cortesemente portate via quel vassoio d’avanzi, ma prima versateci due calici di mirto…”, ordinò la donna alle due sentinelle, che in silenzio rassettarono il tavolo, versarono il liquore e lasciarono una tunica blu, un paio di calzari e la spada di Fida sopra una cassapanca in fondo alla stanza.
Fida con il lenzuolo si asciugò il sangue che gli colava copioso dal naso, poi si sollevò e si mise in piedi davanti alla donna rimanendo sorpreso: era alta quanto lui.
“Bella e aggressiva, sicura di sé… Non sei di Kasiha e nemmeno una devota del tempio”, disse l’uomo senza un minimo imbarazzo nel restare senza veli, mentre la donna gli porgeva il calice.
“Non sono kasihana, ma devota al dio Kas, diciamo di sì… Bevi!”
“Certo… Capisco, allora sei un segugio? Una ripugnante spia”, disse Fida restando affascinato da sinuoso corpo della donna.
“Perché? Saresti in grado di riconoscere un segugio?”
“Non sempre, ma so riconoscere i guai… Ovviamente gambe lunghe, occhi azzurri e labbra carnose a Kasiha portano solo guai…" Rispose dopo aver tracannato il liquore.
“Mi chiamo Sama, sono gli occhi e le orecchie del tempio, certo, immagino che per voi soldati non possa esistere di peggio che un segugio…”
Fida sorrise, si infilò la tunica senza distogliere lo sguardo dagli occhi della donna e controllò la lama della sua spada, poi si affacciò alla finestra e disse:
“Noi cavalieri possiamo tollerare gli uomini segugio, alcuni sono dei valenti soldati, ma se ne catturiamo uno: lo decapitiamo, ma le donne…”
“Ne hai mai conosciuta una? Penso di no… Intendo un segugio del tempio.”
“Del tempio? No. Ribelli, sì alcune…”

“E le hai decapitate? Se sì, non erano brave quanto me”, disse con aria di sfida Sama.
“Ci sono cinque motivi per fare di una donna un segugio: al primo posto, gli ori. Al secondo, l'ideologia… Fanatismo, religione chiamala come vuoi. Al terzo posto l'amore per l'avventura, la passione del rischio. Al quarto il sesso. Al quinto il ricatto, ma, a ben vedere, quest'ultima categoria rientra come sottoinsieme nel primo e nel quarto motivo.”
“Il ricatto? Spiegati…”
“Una bella donna, di solito, viene usata come spia perché costretta a cercare delle informazioni e a fare ciò che non vuole, perché è minacciata o ha fatto qualcosa di sbagliato… Magari, cara Sama, sei andata a letto con chi non si doveva? Ah, il sesso: la carne è debole! Comunque, se pur una bella donna, resti una lurida spia”.
Disse Fida sputando fuori dalla finestra in segno di disprezzo, poi si voltò per guardarla meglio in volto.


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“Lurida? Chiamami anche così se ti fa piacere… Resta il fatto che sono l'unica che ti può aiutare, e ora apri le orecchie e stammi a sentire”.
Nei minuti che seguirono Sama fece le condoglianze a Fida per la scomparsa dello zio e le raccontò che la sua non era una prigionia, ma era l’unico luogo del regno in cui poteva ancora ritenersi un uomo libero; fuori da quelle mura era stato emesso un mandato di cattura nei suoi confronti in quanto disertore e solo il Gran Zunika lo poteva proteggere dalla corte marziale.
“Il Gran Zunika… Mi deve delle risposte, altro che protezione! E comunque so badare a me stesso e non ho bisogno di lui… A dire il vero non ho bisogno di nessuno!”
“Hai bisogno di amici, e in questi dieci giorni di Luna Viola ne sono cambiate di cose. I cavalieri che credevi tuoi fratelli ti hanno girato le spalle… Forse l’Eccelso è l’unico che ti può aiutare ma Ka è una città troppo lontana dal tempio e Uka e Sike sono troppo potenti: scesa la scalinata del tempio, adesso comandano loro… E tu non passi di certo inosservato, ti troverebbero subito e stai certo che il boia ha già la scure affilata e sarebbe un peccato”, disse Sama osservando i bicipiti tatuati del guerriero e lanciando sguardi maliziosi al suo fondoschiena.
“Non ricordo molto dello scontro al tempio… Mi hanno conciato proprio per le feste, ma mi ricordo di Sike nuovo Bargello… Quindi sa che sono qua?” Disse preoccupato Fida.
“Sì… Per fortuna solo lui. Le altre persone che sapevano della tua presenza le hai trafitte con la spada… Il macello che avete combinato al sagrato del tempio è stato fatto passare come un fallito attentato da parte di alcuni fanatici ribelli del Pugno Blu. La tua vita è troppo preziosa per lui… Sei una carta che si giocherà con astuzia. Quell’essere spregevole va eliminato, ma questo è un mio problema, non il tuo. Sa anche dove si nasconde il maghetto. Devo inoltre trovare un modo per portare al tempio il ragazzino al più presto possibile. Sike crede di avere il coltello dalla parte del manico… Si Sbaglia”, Fida nemmeno si sorprese più di tanto che Sama sapesse dei poteri del fanciullo.
“Sta bene?”
“Un po troppo taciturno, ma sta bene. Tranquillo Bice è una brava donna e si sta prendendo cura di lui, ma entrambi non sono al sicuro con Sike in giro.”
“Lasciami uscire da questa stanza e Sike è un problema che ti risolvo volentieri io.”
“Questo non lo decido io e nemmeno tu… Ora seguimi il Gran Zunika ci attende”.


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Il tempio era una costruzione armoniosa di pianta rettangolare, con una lunga fila di colonne centrali, che lo divideva in due; da un lato, l’altare con la statua raffigurante il dio Kas, dall’altro un largo atrio con una sola grande porta: quella della Sala dello Specchio. La tenue luce del giorno che filtrava dalle aperture del tetto, e l’intenso fumo delle candele creavano un’atmosfera mistica che, unita al religioso silenzio, rendevano quel luogo unico, intimo e spirituale. Alla base dell’altare avvolto in un lenzuolo d’orato, giaceva il corpo senza vita del vecchio Pasi. Fida attese l’arrivo del Sommo sacerdote lì, in piedi, impassibile, con le braccia conserte immerso nei suoi pensieri; a pochi passi da lui, dietro una colonna, Sama. Il Gran Zunika e il Priore uscirono dalla stanza dello Specchio, e si avviarono verso il guerriero.
“Di pelo biondo e occhi azzurri e non mi riferisco di certo alla nostra prode e valorosa Sama”, disse il Priore.
“Fida, mio caro…” Esordì il Sommo sacerdote.
Il guerriero si voltò torvo e rispose:
“Di cosa è morto? Annegato? Devo crederci? Sono troppe le mie domande… Ho perso per la seconda volta un padre.”
“Lo so, e questo mi addolora… Credimi. Pasi era un coraggioso, se ti può consolare è morto in cerca della verità. È una lunga storia che ho il dovere di raccontarti. Seguimi”, disse il Gran Zunika uscendo dal tempio, nel mentre due novizi con una lettiga, portarono via il corpo del vecchio zio.
Passeggiando sotto il sontuoso loggiato, il Sommo sacerdote raccontò a un attonito Fida gli eventi che precedettero la Luna viola; il guerriero ascoltò con interesse il lungo racconto fatto di strani presagi e oscurità, che avevano portato l’anziano zio a offrirsi volontario per un viaggio spazio temporale verso l’ignoto: nella speranza di intercedere davanti al dio Kas, in nome del “popolo del mare”.


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“Uno dei principali effetti di questa Luna viola è, in fondo, che la gente è scoraggiata da prendere decisioni… Guarda il nostro governo, sono più interessati a spartirsi le poltrone che ad alzare gli occhi al cielo. Quindi hanno delegato a noi sacerdoti il compito di risolvere l’arcano, ma si sbagliano. All’interno del Gran Consiglio delle Casate, i rappresentanti del tempio lottano tutti i giorni per sensibilizzare l’attenzione… Inutilmente”, disse il Gran Zunika.
“L'amministrazione del regno è compito dello Stato: e non si può ammettere che... la religione offuschi le menti”, ribatté Fida.
Il Sommo sacerdote, arrivati alla terrazza del tempio, indicò la città:
“Parlo del nostro popolo millenario e della sua storia, non dell’amministrazione della sua gente… Qualcosa di più importante dell’Eccelso e del Gran Consiglio e mi meraviglio che tuo zio non ti abbia insegnato questi principi.”
“Io so che Kasiha, da quando mi ha rivolto la sua spada contro, non è più la mia casa… Vi ringrazio della vostra protezione, ma voglio lasciare la città al più presto possibile.”
“Certo, per essere braccato come un cane? Non è sicuro là fuori per te e per il ragazzino. Come vedi, ti teniamo sott'occhio da molto tempo e anche per lui la nostra porta è aperta.”
“Quindi braccato, sia dai cani del regno che da quelli del tempio!” Disse Fida seccato.
Il Priore che fino a quel momento era rimasto in disparte intervenne:
“La verità è che abbiamo bisogno del tuo aiuto!”
“Per la vostra Luna? Pregate intensamente e vedrete che tornerà di nuovo blu”, disse ridendo il guerriero.
“È nefasta. Il segno. Colui. Quanti. Nel loco. Dove. Compito di antichi.... Di protegger”, articolò il Gran Zunika.
Voltandosi verso l’uomo Fida chiese:
“Cosa significa?”
“Non lo so, ma ci serve il tuo aiuto per scoprirlo, e noi ti daremo il nostro per proteggere il fanciullo… Sama questa notte lo porterà al sicuro qui al tempio”.
Continua...


Selenya: Le sei Ombre della Luna


Le Sei ombre della Luna - immagine di @armandosodano

La Luna Grigia di Rak-Thul
di @mirkon86

La Luna Dorata di Porpuraria
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La Luna Rossa di Tlicalhua
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La Luna Blu di Kasiha
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