Attesa

Passiamo così tanto tempo... in attesa.

Aspettando pazientemente che qualcosa accada o sperando di cogliere il momento giusto per agire. Certe volte senza neanche un vero e proprio scopo: attendiamo con pazienza la fine della giornata lavorativa, l'arrivo del week-end, la fine di un film particolarmente noioso, il termine di una serata passata con le persone sbagliate.

Aspettare è una palla.


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Soprattutto quando non è quel tipo di apprensione emozionante, quella capace di farti rizzare i peli del braccio e lasciarti un brivido lungo la schiena. Quella del leone in agguato mentre aspetta che la preda gli passi davanti; quella che precede l'inizio di un'avventura emozionante; l'inquietudine quando si sta per uscire fuori dalla propria zona di confort e si decide finalmente di fare un salto nel buio, senza esser certi di cosa ci aspetterà oltre la soglia della porta.

Si tratta comunque di attendere.

Indipendentemente dall'emozione che ci spinge a temporeggiare, che sia noia o sete d'avventura, l'attesa è una parentesi durante la quale il nostro cervello si arrovella, dove i pensieri scorrono più velocemente. L'attesa è il momento perfetto per poter ragionare sulla situazione che ci vede protagonisti, semplicemente perché... abbiamo tempo.

Sto facendo la scelta giusta? Sto forse sprecando tempo? Potrei forse mettermi a fare mille altre cose più sensate? Quanto manca? C’è qualcosa che posso fare per accelerare il processo? Posso trovare qualcosa per svagarmi nel frattempo? Perché lo sto facendo? È dipeso da me? Sarò veramente felice?

Quando l'attesa si allunga le cose si complicano.


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È lo spartiacque tra quelli che "Vabbè, mi sono stancato" e quelli del "Chi la dura la vince". Si dice che la pazienza sia la virtù dei forti: ma si dice anche che bisogna cogliere la palla al balzo. Perché l'attesa e l'azione sembrano essere uno il contrario dell'altro, ma sono in realtà due facce della stessa medaglia. Non può esistere nessuna attesa se non è stata pianificata un'azione, e allo stesso tempo ogni azione ci costringe (volente o nolente) ad attendere il momento giusto. Purtroppo però, non sempre il momento giusto dipende da noi.

In quel caso, siamo forse destinati all'attesa?

Non mi piace quella parola. Odio pensare che qualcuno abbia già scritto il mio futuro e che io sia solo una marionetta nelle mani di un’entità superiore. Non metto in dubbio che possa essere la verità: che il ciclo della nostra vita sia inciso nel quadro dell’universo e che ogni decisione fosse, alla fine della fiera, “Ineluttabile” come direbbe Thanos. Che ogni attesa fosse stata già attentamente pianificata da qualcuno che si diverte a guardarci recitare il copione di una complicata Sitcom alla “The Truman Show”.

Anche se fosse davvero così, trovo piacere nell'illusione che le mie scelte siano una mia responsabilità. Che le nostre scelte, quelle che prendiamo insieme alle persone con cui abbiamo condiviso la vita, siano state incise dal nostro peculiare scalpello nelle trame dell’esistenza.


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Senza questo pensiero, tutta l’umanità si scaricherebbe del proprio senso di responsabilità, non trovate?

Noi siamo responsabili di quello che creiamo nel mondo, almeno per quello che dipende da noi e dalle nostre azioni. Così l’attesa, diventa una consapevolezza e, forse, il cerchio si chiude.

Siamo emozionati e terrorizzati. Non sappiamo bene quello che dovremmo fare, nonostante tutti i manuali comprati e i consigli letti su internet. Siamo felici di aver preso ormai qualche tempo fa, una decisione che in un modo o nell'altro, ci cambierà la vita… molto più di qualsiasi cosa mai fatta in passato.

Pelle d’oca e brividi.
Per la nostra attesa…

…la nostra Dolce Attesa...!


Non dite a mia moglie che ho messo una foto della sua pancia su internet... anzi peggio, sulla blockchain! Immagine e stendino di proprietà dell'Autore


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