Settembre e la cartella

Una volta a settembre ci stava la cartella, quella scolastica. Adesso i tempi sono cambiati, ci sta quella esattoriale.

Notizia data modello spike da cryptovaluta, un attimo c'è e quello dopo scompare da qualsiasi testata giornalistica e te la devi andare a cercare. Sempre che ne sei a conoscenza della sua esistenza! Tanto che l'ho trovata solo sul Sole 24 ore. E' una pessima notizia, ma gli indici di gradimento del governo non possono essere assolutamente toccati.

Da settembre infatti partono i primi 4 milioni di cartelle esattoriali, che erano ferme dall'anno scorso quando la pandemia ha fatto il suo dirompente ingresso nella società. Ma 4 milioni non è il totale, infatti quello è di 25 milioni!

In pratica se andiamo a prendere il totale degli italiani in età da dichiarazione dei redditi, uno su due dovrebbe vedersi appioppare una di queste cartelle. Ovviamente poi non è proprio così, perché le singole persone/società che si beccheranno più di una di queste "simpatiche" lettere sono parecchie. Come a seguire la massima "piove sul bagnato" ma al contrario.

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Image by Hands off my tags! Michael Gaida from Pixabay

Senza sapere nel dettaglio quali siano le tasse meno "onorate" è facile immaginare che la metà buona siano dell'INPS.

Infatti solo in Italia le partite iva hanno questo sistema talebano delle casse previdenziali. Ma non tutte. In pratica (spiegato facile per chi non è del settore) quando apri la partita iva la tua attività ricade in un settore, ad esempio l'artigiano.

Gli artigiani hanno la loro cassa previdenziale che prevede un minimo di 3800 euro l'anno di INPS. Questo anche nel caso, come quello del 2020, dove non hai potuto lavorare per forza di causa maggiore. In questo caso addirittura per DPC (Decreto del Presidente del Consiglio). Ma potrebbe benissimo essere, in altri tempi, che scendendo dalle scale ti fracassi e rimani per sei/otto mesi bloccato a letto.

Niente, devi pagare questi comunque 3800 euro. Ma possiamo anche fare l'esempio di una start-up, che magari i primi anni si ritrova con i guadagni altalenanti. Una mazzata decisamente pesante. Tanto che più di qualcuna capitola per questo motivo, oppure diventano evasori fiscali.

E non è che quando hai fatto la partita iva ti chiedono se vuoi aderire alla cassa previdenziale o meno. E' così e basta. La parte assurda è che questa non è la regola, infatti gli studi professionali non di categoria o i consulenti pagano solo se hanno fatto dei profitti. Come per altro prevede l'articolo 53 della Costituzione Italiana.

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Quindi nel primo caso la progressività che essendo zero dovrebbe dare zero, dove sta?! Se ne dovrebbe dedurre che le casse previdenziali siano non conformi alla Costituzione?

E quindi via che i 3800 euro, tra voci più o meno fantasiose, interessi che neanche nel boom economico degli anni 60, lievitano in modo preoccupante. E ovviamente se uno non li ha pagati a 3800, capirai a 5-6 mila...

Mi ricorda un po' le ordinanze comunali contro i clochard, per mandarli via o limitarne la presenza gli si da la multa. Che è ovvio anche al più stupido, non verranno pagate ma genereranno un vortice di carte e improbabili mancati introiti alle casse comunali.

E quindi il povero clochard, come l'artigiano che non ha potuto lavorare (e potrebbe diventare un clochard) diventano i cattivissimi evasori fiscali. Quelli che secondo i giornali girano in Ferrari, con ville improbabili e gnocche seminude a corredo.

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