Ted Lasso: il coach life che non conosce la tattica ma conosce la vita - part 2/2

Una piccola squadra di Premier League (la serie A calcistica inglese) di nome Richmond è in difficoltà e vive un momento di transizione a livello societario.

Per risollevarne le sorti e sperare (almeno apparentemente) nella salvezza, la nuova presidentessa Rebecca Welton (Hannah Waddingham) sceglie un coach sconosciuto e che mai ha allenato prima d'ora una squadra di calcio.

Ted Lasso sbarca in Inghilterra con un curriculum in bianco e un approccio antitetico a quello che è il classico modo di vivere il calcio da parte degli inglesi.

Ben presto scopriremo che dietro questa scelta si nasconderà il desiderio della bella manager di vendicarsi del marito milionario e fedifrago, ex proprietario del Richmond e legato alla squadra da un sentimento di passione estrema oltre la quale esiste poco o nulla.

Ted Lasso, con la sua ingenuità e la sua inesperienza, viene visto da Rebecca come uno strumento di punizione perfetto verso il marito Rupert.
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La stampa, i tifosi e i giocatori reagiranno con sprezzo e ilarità all'arrivo del coach a stelle e strisce. La sua conferenza stampa di esordio sarà un disastro.

Il primo impatto con il team da dimenticare.

L'approdo in Premier League una disfatta.

Ted Lasso è, però, un uomo che non si perde d'animo, un uomo che vive con il mantra "believe" nella mente ma anche fisicamente visibile sugli specchi e le pareti di casa e dello spogliatoio, un uomo per cui la parola sconfitta non fa rima con risultato negativo sul campo, un uomo che decostruisce il signficato di "perdente" per riportarlo ad una dimensione più umana ed interpersonale.

Ted è l'uomo che serviva al Richmond per ritrovare la sua anima, e, più in generale, la persona che serve e servirebbe allo sport per ritornare al suo antico splendore e ritrovare i suoi antichi valori.

Sarà questo suo spirito, man mano, a conquistare la fiducia, il rispetto e la stima di tutti, ribaltando un risultato negativo che sembrava scontato agli occhi di tutti.

Jason Suidekis è perfetto nell'incarnare una figura genitoriale per ragazzotti talentuosi e viziati alla Jamie Tart, per rappresentare per Rebecca la via d'uscita da una gabbia dorata e maledetta nella quale essa stessa ha saputo rinchiudersi a causa del rapporto malato con il ricco Rupert, per essere la spalla perfetta per un veterano come Roy Kent o un tuttofare timoroso e bullizzato come Nate.

Ted Lasso è un uomo buono ma coraggioso, coraggioso perchè sa andare oltre la superfice, sa scavare dentro gli occhi e le vite degli altri, sa ricostruirne lo spirito, sa motivare come nessun altro saprebbe fare.

Il fatto che sia anche un coach completamente inutile dal punto di vista tecnico - tattico contribuisce a rendere questa serie un gioiello di divertimento puro, sempliciotto se vogliamo ma mai banale.

Non è un caso che dietro questa magnifica operazione di Apple Tv ci sia Bill Lawrence, la mente dietro i 182 indimenticabili episodi di Scrubs, una delle comedy più folli, divertenti ed emozionanti della storia della tv.

Apple TV fa centro anche sul versante comedy. Lo fa dopo aver ricevuto il primo Emmy grazie a The Morning Show, aver portato capitan America (Chris Evans) in un thriller tosto come Defending Jacob, aver esplorato tutti i generi possibili fino a sfidare i grandi dello spy drama con Tehran.

Ted Lasso è forse la sua opera più pronta a fare il salto dall'essere bella e apprezzata all'essere bella, apprezzata e nota a tutti.
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Il merito è di un mix fra buoni sentimenti raccontati con un humor che ricorda Scrubs ma non lo copia, un'ambientazione che farà brillare gli occhi a milioni di sportivi, un cast non stellare ma al perfetto servizio dei personaggi, un protagonista impossibile da odiare e la capacità di darci delle lezioni di vita senza avere mai la presunzione di salire in cattedra e giudicarci.

In questo senso il finale della prima stagione è memorabile perchè riesce a raccogliere tutto quanto seminato da Ted e dalla serie, rivoluzionando il concetto di vittoria, di salvezza, di riscoperta delle cose importanti.

In un 2020 costellato da disgrazie, sfortune, tragedie, tutti noi abbiamo (quantomeno a parole) riscoperto il piacere dei rapporti interpersonali, la lentezza di una vita fatta più di torte fatte in casa che di corse al supermercato, più di abbracci ideali con le persone amate che di amori a prima vista con follower virtuali e sconosciuti, di tempo libero valorizzato da noi stessi e non travolto dalla nostra inesauribile, inconsistente e inconsapevole voglia di consumare le novità del momento, di consumare noi stessi ed il nostro spazio vitale.

Ted Lasso è copernicano perchè è semplice, è banale, è in opposizione a tutto quello che fino a ieri ci sembrava un percorso prestabilito.

I baffoni di questo life coach televisivo sembrano averci regalato, fra mille risate e sorrisi, la possibilità di ridisegnare il mondo intorno noi, indovinate un pò grazie a cosa? A noi stessi, alla presa d'atto che il calcio può essere la metafora di una vita vissuta all'aperto, con gli occhi al cielo, lo sguardo proiettato ai nostri compagni, le braccia tese a chi ne ha più bisogno, la mente dedita a chi amiamo e chi ci ama, senza perdere di vista un obiettivo comune.

Chiamatelo buonismo, chiamateli perdenti se volete ma Ted Lasso ed il suo team ci hanno permesso di stare nuovamente bene con noi stessi e con il mondo, anche se solo per lo spazio di 10 episodi. Ecco perchè Ted Lasso è una delle novità migliori dell'anno, ecco perchè, nonostante non sia stata pubblicizzata come la nuova Lost, la nuova Breaking Bad, la nuova Game of Thrones, essa è una serie tv da inserire nella vostra watchlist immediatamente.

Trama: 6,5
Sviluppo Personaggi: 9,5
Complessità: 6
Originalità: 7
Cast: 8
Impatto sulla serialità contemporanea: 6+
Componente Comedy: 9,5
Componente Drama: 7
Comparto tecnico: 6
Regia: 6
Intrattenimento: 10
Coinvolgimento emotivo: 10
Soundtrack: 6,5

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