Fargo 4 is back - part 1/2

Correva l'anno 1996 ed i film grotteschi, figli del caos ma spietatamente acuti nel ragionare sulla direzione presa da una certa fetta di società erano per tutti noi dei film "grotteschi".

Dal 1996 in poi abbiamo iniziato a parlare di film alla "Coen", di "Coen Style", di "Coen Movie".

Questo epiteto affonda le radici in tutta la filmografia, l'eccezionale filmografia, dei fratelli Coen ma deve la sua forza ad un film uscito il 20 maggio di quell'anno:

Fargo

Oggi quel nome è noto a tutti e nell'ultimo lustro ha vissuto una seconda giovinezza.

Il merito, questa volta, è di Noah Hawley, mente dietro quel capolavoro di Legion e dietro l'operazione più brillante della storia della tv ovvero la trasposizione televisiva del gioiello dei Coen.

Nel 2014 FX si assume il rischio di prendere un film come Fargo, fondativo di un filone cinematografico di nicchia ben specifico, e di farne una serie tv.

Se volessimo stilare una graduatoria delle operazioni più folli e rischiose effettuate negli ultimi anni, Fargo FX occuperebbe una posizione elevatissima.

Tutti sappiamo come è andata a finire.

Fargo si è assestata stabilmente fra le migliori serie tv all time ( a tal proposito vi invito a dare un'occhiata alla mia classifica all time). La prima, la seconda e la terza stagione hanno saputo rinnovare la spinta che il film aveva dato a questo genere specifico, innovandolo, adattandolo al nuovo medium, quello televisivo, e calandolo in un contesto nuovo, in una società nuova rispetto a quella raccontata dai Coen oramai 25 anni prima.

La capacità di Hawley di dettare i tempi in maniera perfetta e non forzare mai la mano alla sceneggiatura è forse stata la chiave del successo di Fargo.

Non è un caso se al termine di ogni stagione non vi era mai la consapevolezza di se e quando Fargo sarebbe tornato con un nuovo ciclo di episodi.

Analogamente a quanto sta avvenendo con Damon Lindelof ed il suo straordinario Watchmen, anche Noah Hawley ha da sempre messo la storia, le motivazioni e la convinzione di poter regalare un prodotto eccellente, davanti alle logiche di puro business e successo.

E cosi, nonostante l'enorme apprezzamento, Noah Hawley ha sempre preferito tornare sul progetto solo al termine di attente valutazioni su se avesse senso o meno tornare a raccontare una nuova storia che si incastrasse all'interno dell'universo Fargo.

Ecco perchè la quarta stagione arriva con notevole distacco rispetto alla meravigliosa terza stagione.

E l'attesa in questi casi può essere snervante ma anche foriera di entusiasmo maggiore.

Questa volta Hawley prova a stupirci sfruttando il fattore temporale.

Ci riporta indietro sino ai primi del '900 confezionando un opening di circa 20 minuti, che precede la rinnovata e sempre magnetica scritta iniziale, che possiamo tranquillamente annoverare come uno dei "pezzi" d'arte più preziosi della galleria d'arte seriale contemporanea.

E' un viaggio alla maniera di Fargo all'interno dei semi dell'attuale civiltà americana.

Un cammino attraverso le faide e le alternanze criminali nella Kansas City di inizio secolo che ci accompagna, anche grazie ad un delizioso voice over di Etherilda, nei meandri della nascente superpotenza globale.

Come accaduto anche nelle prime stagioni, il susseguirsi di personaggi rozzi e raffinati, strambi e sfaccettati, insoliti e caratteristici, è un modo per proiettarci nell'ordinatissimo caos di Fargo, volto a mostrarci il come, il dove e il quando siamo diventati quelli che siamo, come popolo, come nazione e come individui.

Strette di mano marchiate col sangue. Alleanze puntualmente terminate in delle stragi. Capi e capetti pronti ad uccidere chiunque si mettesse sulla propria strada, ignari che un giorno o l'altro anche loro avrebbero ricevuto lo stesso trattamento.
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La lucidità con la quale viene evidenziato come irlandesi, ebrei, italiani e infine afroamericani, non siano altro che la spazzatura dell'uomo bianco, l'ospite indesiderato finito ad ammazzarsi per l'illusione del potere, della fama, del denaro, è una lucidità impressionante.

Terminati i 20 minuti iniziali, quegli straordinari 20 minuti iniziali, Hawley definisce immediatamente quali saranno le pedine sulla scacchiera della quarta stagione di Fargo.

Cessata l'ebbrezza per quel breve trattato sull'American Dream ci rendiamo conto che quest'anno anche noi italiani saremo argilla nelle mani del creatore di FX.

Sarà, infatti, proprio la mafia italiana trapiantata a Kansas City intorno agli anni '50 ad essere la protagonista, insieme alla banda di "nigros" capitanata dai Cannon (Chris Rock) , di Fargo 4.
https://www.serialfiller.org/post/fargo-4-il-solito-scintillante-ritorno-della-serie-di-noah-hawley-first-impression
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