ESPERIMENTO: numero 8 fatti di cronaca cittadina

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Il quotidiano di cronaca cittadina che arrivava regolarmente in biblioteca, riportava un altro caso di furto in cabina telefonica, in seguito a quello dei cuscini avvenuto ai danni di Manolo. Ma stavolta non si trattava della malfamata zona industriale, nè di un quartiere troppo periferico. I quartieri periferici non erano mai stati l'ideale, quand'anche pur sempre meglio della zona industriale, ma ora avevano portato via una camicia che si trovava dentro una cabina di un quartiere residenziale. Non molto popolata, per la verità e dove il commercio era scarso. Ma fino ad allora i furti alle cabine telefoniche non avevano oltrepassato la cintura delle aree più malfamate. Segno che le cose peggioravano progressivamente, come del resto soleva accadere in città. La cabina che Tancredi a suo tempo s'era scelto si trovava anch'essa in un quartiere residenziale, sia pur meglio posizionato e popolato, dov'erano presenti svariati negozi. Ma poichè l'uomo aveva già intuito di non poter fare affidamento sulla permanenza a lungo periodo dello stato di cose, per rendere più sicura la sua abitazione, aveva dotato la parte esterna di anelli di metallo per farvi passare un'enorme catena che poi chiudeva con un lucchetto ogni volta che se ne doveva allontanare. Proprio come se si trattasse dell'uscio di una casa. Nella zona industriale nessuna precauzione sarebbe servita a mantenere protetta una cabina telefonica, ma per un'area residenziale nelle vicinanze del centro città, le misure di sicurezza di Tancredi erano più che sufficienti. Quantomeno lo erano state fino ad allora. Pur non trafficate quanto il centro, molti lavoratori percorrevano quelle vie, sia in macchina che a piedi. Qualcuno pure in bicicletta. Tancredi avrebbe preferito un abitacolo nel centro storico, se fosse stato possibile, ma oltre al fatto che la maggior parte delle cabine di quella zona erano già occupate, aveva preferito cederne una adocchiata in ottima posizione alla sua amica Mirta, la vicina di casa di un tempo. Purtroppo la donna era stata perseguitata da eventi funesti praticamente da una vita: laureatasi in scienze politiche, corso di studi dagli sbocchi lavorativi molto esigui, ma comunque intrapreso per perseguire il sogno di una carriera tra ambasciate e consolati, aveva dovuto interrompere la preparazione ai relativi concorsi pubblici per assistere il padre che era rimasto improvvisamente paralizzato a causa di un'apoplessia. Alla madre di Mirta non era assolutamente possibile prendersi da sola tutta la responsabiltà, anche perchè senza patente non poteva spostarsi lontano. Inoltre la buona signora non era a sua volta tanto sana e per di più soffriva di esaurimento nervoso. La famiglia di Mirta non aveva i mezzi per pagare aiuti esterni, nè vi erano altri figli oltre a lei. Quando entrambi i genitori erano poi trapassati, Mirta aveva oramai perso il filo dei suoi antichi studi. In ogni caso aveva superato abbondantemente l'età massima consentita per l'accesso ai concorsi per cui si era laureata e pure per il mondo del lavoro in generale. Si era quindi ritrovata sulla soglia della cinquantina senz'arte nè parte. Quando non era più riuscita a pagare nè bollette nè affitto, non aveva aspettato l'inevitabile taglio delle utenze e infine lo sfratto. Per prima cosa, sulla falsariga del vicino Tancredi e da questi aiutata, aveva venduto tutto il vendibile e si era sbarazzata di tutto lo sbarazzabile, per non vedersi in seguito affibbiare un verbale per mancato sgombero da parte del tribunale, a cui il padrone di casa sarebbe immancabilmente ricorso. Dignitosamente e senza piagnistei, aveva infilato in uno zaino pochi importanti effetti personali e utilità come aveva fatto il suo vicino di casa e si era tacitamente avviata alla nuova condizione.

Ps: immagine Pixabay 100% free https://pixabay.com/es/vectors/peri%c3%b3dico-art%c3%adculo-diario-titulares-154444/

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