ESPERIMENTO: numero 9 stereotipi

Le donne che come Mirta finivano a vivere in cabina telefonica erano a volte più vulnerabili degli uomini: dalla cinquantina in su, età tipica in cui tale avvenimento soleva accadere, quando si ritrovavano prive di qualsivoglia reddito, senza coniuge e senza più genitori, sia a causa di un passato simile a quello di Mirta, sia perchè non avevano comunque mai potuto lavorare a causa della mancanza di agganci sociali giusti, si ammalavano più spesso e guarivano più lentamente. Alcune finivano regolarmente in pronto soccorso. A volte, a seguito di un ricovero ospedaliero, ritrovavano la loro cabina occupata e dovevano andare a cercarsene un'altra (cosa che del resto poteva accadere a chiunque finisse ricoverato oltre un day hospital). Per tal motivo gli uomini di buon cuore come Tancredi si ritiravano in quartieri un po' meno centrali per far loro posto nelle cabine più sicure. Nei quartieri periferici non sarebbero durate a lungo, men che meno nella zona industriale, che veniva scelta per lo più dagli amanti della quiete, che non sopportavano il trambusto cittadino. E pure da svariati tra coloro che possedendo titoli di studio più elevati della licenza delle scuole dell'obbligo, non avrebbero mai voluto incrociarsi con gli antichi colleghi che in quello stesso momento svolgevano professioni di successo e conducevano una vita come minimo soddisfacente. Costoro solevano guardarli dall'alto in basso, con assoluto disprezzo. Nella migliore ipotesi, facevano finta di non conoscerli. Nè avevano piacere di imbattersi in conoscenti ficcanaso e oltremodo ottusi, che a dispetto di vivere alle soglie del quarto millennio, erano a tutt'ora ingenuamente convinti che un titolo di studio superiore fosse ancora garanzia sicura di una buona posizione lavorativa ben pagata. Secondo quelli, soltanto chi contava sulla sola licenza delle scuole dell'obbligo aveva diritto a essere compatito. Gli altri dovevavo invece essersela proprio andata a cercare per innata pigrizia. Ma quella della zona industriale non era comunque mai una scelta saggia: tale area poteva e doveva sempre essere evitata. Dato il fattore sicurezza, o meglio, scarsità di sicurezza, quando non del tutto assente tra gli abitacoli costituiti da cabine telefoniche, chiunque ragionasse come Tancredi preferiva affrontare il disprezzo e l'indifferenza altrui, piuttosto che i rischi della zona industriale. Infatti, data l'abbondanza di cabine telefoniche in città, mai eliminate dalla pubblica amministrazione perchè tra i pochi cimeli storici non trasferibili al miglior offerente, nessuno si ritrovava veramente costretto a vivere in qualcuna ubicata proprio lí. Semmai, la vera difficoltà stava nel trovarne una proprio in pieno centro storico, zona sicurissima perchè perennemente monitorata da qualche pattuglia delle forze dell'ordine. Non che l'amministrazione cittadina, presa d'improvviso rimorso per la nequizia in cui nuotava, avesse iniziato a occuparsi del benestare di un popolo invisibile o disprezzato dai benpensanti, quanto invece per il mantenimento della quiete pubblica e soprattutto per ostentare una grande dedizione lavorativa, specie davanti ai paesi stranieri verso i quali la città era indebitata fino al collo. Dovevano assolutamente salvare le apparenze, mostrando che in città regnavano ordine e disciplina. Al di là del centro storico, vi erano comunque quartieri ancora centrali, ben posizionati e sicuri, dove era ben più facile trovare una cabina libera rispetto all'area nobile. Ogni tanto qualcuno si ritrovava costretto a ripiegare sui quartieri periferici, non rischiosi quanto la zona industriale, ma oramai neanche più del tutto sicuri, in attesa che una cabina in un posto migliore si liberasse. Nel caso di Sigismondo, era stato oltremodo fortunato: era riuscito a occupare una cabina della piazza che costituiva il fiore all'occhiello della città senza pensarci nemmeno mezza volta a cederla a qualche signora di mezza o terza età. Il motivo non era tanto la nostalgia per il suo perduto appartamento che si trovava proprio in zona: semmai perchè nei paraggi della piazza viveva una vedova maestra di pianoforte, una donna che Sigismondo amava da oltre venticinque anni.

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Ps: immagine Pixabay 100% free editata per abbinarsi a questo capitolo (https://pixabay.com/es/illustrations/graduaci%c3%b3n-certificado-diploma-2663918/)

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