ESPERIMENTO: numero 11 entrata senza uscita

Tancredi conosceva oramai a memoria quella storia. Quando Sigismondo aveva quattordici anni, i suoi genitori si erano trasferiti per lavoro in uno dei quartieri borghesi e precisamente nella palazzina che ospitava il Conservatorio. Il quartiere si affacciava sulla piazza più bella della città, dove ai bei tempi i ragazzini del posto potevano ancora andarci a giocare, prima che le cose cambiassero e le famiglie si vedessero costrette a impegnarli in questa e quell'attività affinchè non attirassero l'attenzione di qualche funzionario degli organi sociali, sempre in cerca del disadattato di turno da rinchiudere nel manicomio comunale. Proprio in quella piazza, tra spensierati giochi adolescenziali, Sigismondo aveva conosciuto Mattia, un ragazzino coetaneo alto e snello, dal viso magro e lo sguardo amichevole. Accanto al corpulento e ricciuto Sigismondo,l'esile figura di Mattia sembrava sparire. Spesse volte, gli altri adolescenti che venivano a giocare nella piazza li guardavano con un'aria tra il curioso e l'ilare: non erano avvezzi, in quella città, a vedere ragazzi così diversi fisicamente stringere amicizia. Assieme a Mattia veniva anche Annetta, la sorella gemella di questi. Per Annetta, Sigismondo era stato amore a prima vista, destinato a durare tutta la vita. Ma quella ragazzina in forte sovrappeso dai lineamenti marcati e l'insieme un po' troppo scuro, che gli altri adolescenti scambiavano per sua sorella stentando a credere che invece fosse imparentata proprio con Mattia, non gli diceva proprio nulla. Molti anni più tardi le avrebbe preferito di gran lunga la sorellina Marilia, che al momento della loro conoscenza era nata da poco. Marilia da ragazza non aveva un aspetto molto dissimile da quello di sua sorella maggiore, tranne per il fatto di non essere in sovrappeso, ma era d'indole e interessi diversi. Infatti, Annetta non aspirava a nient'altro se non a diventare una brava donna di casa, mentre Marilia era ambiziosa e assetata di cultura. Voleva diventare maestra di pianoforte e niente e nessuno l'avrebbe fermata. Era stato proprio il suo talento per la musica a colpire Sigismondo. Ma più tardi aveva preferito sposare Luigi, purtroppo in seguito deceduto in quel famigerato incidente del ponte che separava la città dal porto. In quell'incidente avevano perso la vita anche Aurelio e Gigì, rispettivamente il più giovane dei fratelli Malinverni e la moglie di questi. Era miracolosamente sopravvissuta soltanto la figlioletta di quattro anni della coppia. Per Aurelio e Gigì si trattava dell'occasione d'oro per lasciare quella strana città, dove accedere era facilissimo per chiunque, ma l'uscita di difficile realizzazione. Gigì era un'attrice teatrale che interpretava personaggi dei grandi classici di secoli addietro: Il fu Mattia Pascal, Guerra e pace, Orgoglio e pregiudizio, La nonna, tra i migliori capolavori della letteratura di secoli addietro, prima che la censura colpisse la miglior letteratura di tutti i tempi. Gigì era stata notata da rinomati imprenditori teatrali londinesi, che le avevano proposto di lavorare nella capitale britannica. Un contratto di lavoro internazionale, affare più unico che raro a quei tempi, era infatti una delle pochissime eccezioni che avrebbero permesso a un abitante di quella città e ai suoi familiari più stretti di uscirne. Aurelio era stato poi talmente fortunato da ricevere a sua volta una proposta per un incarico di elettricista: per non farsi scappare il talento di Gigì, l'impresa londinese aveva pensato di contrattare anche il marito, per timore che l'attrice non accettase, dovendo Aurelio lasciare la sua officina di riparazioni elettriche per trasferirsi in Inghilterra. Forse però era davvero troppo, per un abitante di quella città: Luigi li stava accompagnando in macchina al porto (dato che l'aeroporto non funzionava più da secoli e dunque per spostarsi, in casi eccezionali come quelli, bisognava fare uso di navi mercantili), quando il ponte aveva improvvisamente ceduto ed era crollato mentre la famiglia lo stava percorrendo in auto. Una delle solite storie di costruzioni civili effettuate con materiali scadenti, puntando al risparmio. Luigi e Aurelio erano morti sul colpo. I soccorsi avevano trovato Gigì in fin di vita e la bimba miracolosamente illesa, anche se in preda al panico. La mamma, nel sedile posteriore con la figlioletta, aveva fatto tutto il possibile per proteggerla dall'impatto, esponendosi e così riportando gravissime ferite. Soccorritori e medici s'erano provati a salvarla con ogni mezzo a loro disposizione, ma non c'era stato nulla da fare. Gli zii paterni avevano subito accolto nella loro casa la piccola, facendo ogni sforzo possibile per darle una buona vita, sia pure in una città come quella. Anche Giacinta, la sorella di Gigì, avrebbe voluto prendere la bimba in casa. Sarebbe stata un'ottima compagnia per sua figlia Rosa, ma purtroppo le sue condizioni economiche non glielo consentivano. Ma Giacinta e Rosa erano sempre le benvenute in casa Malinverni. Oramai erano diventati praticamente un'unica famiglia.

dead-end-1529593_1280.jpg

Ps.: immagine Pixabay 100% free (https://pixabay.com/es/photos/callej%c3%b3n-sin-salida-firmar-1529593/)

H2
H3
H4
3 columns
2 columns
1 column
4 Comments
Ecency