Ecstasy


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Le labbra portano il ritmo delle anime, mentre le mani disegnano arabeschi di vita tra i corpi ansiosi della carezza spericolata capace di portarli alla trance scatenata della follia, passione di fiamme che fanno bruciare ogni cellula della memoria, ogni fluido vitale delle anatomie, ogni crepuscolo di pace che cerca rifugio tra i palmi delle mani, tra le dita moltiplicate, tra unghie rosse e rossetto, tra lingue che risalgono le pendici di ogni pelle.

Il ritmo lussurioso che il vento sta depositando sui vestiti li fa sparire, portandoli al contatto pragmatico di ogni poro che viene attraversato migliaia di volte in impercettibili frazioni di tempo dal tocco che contorce i sensi anarchicizzando i pensieri, portandoli nel punto più recondito dell'universo sostituendolo con ansie di abbracci, di trasmissione, trasparenza di desideri volatilizzati tra le pareti della stanza fredda e quasi buia che trema terrorizzata davanti alla spinta delle disinibizioni, che lasciano il posto alla frenesia di ritmi corporali che si mescolano alla voluttà in simbiosi di forme che fanno sparire le tangibilità trasformandole in sospiri.

Piccolezza del cielo dove vagano braccia e gambe, capezzoli e occhi, labbra e sessi, alienazione schizofrenica che muove l'ebbrezza dell'estasi inserendola in ogni pelo e in ogni cellula, magia delle nova che esplodono lasciando tracce di stelle nell'universo apocalittico, tracce di morte che precedono il risorgere di nuove sensazioni che immolano le incertezze nel loro viaggio parsimonioso verso la più profonda e recondita delle emozioni, verso lo zenit delle stelle, genesi di nuove corporeità che si riciclano e si inventano nello scambio di fluidi essenziali, girasoli di luce i cui raggi rapiscono ogni vitalità per trasformarla in energia senza limiti.

Convessità che acquisiscono aspetti di forme capricciose che plasmano le anatomie, dando loro i giusti dettagli che le incastrano, rendendole una cosa sola.

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