Avventure in gocce, capitolo due

Correva a perdifiato, l’aria che iniziava a bruciargli nei polmoni mentre i sibili lo inseguivano sfiorandogli le orecchie. Sentiva la vegetazione graffargli il viso e le membra, ma la fame di salvezza era più forte e lo spingeva a correre senza salvarsi.

Fece un salto, scavalcando un tronco abbattuto che gli sbarrava la strada, ricadendo su se stesso in una capriola scomposta e si rimise in piedi arrestandosi di colpo, rendendosi conto di essere sul ciglio di un baratro che inghiottiva la vegetazione come un’enorme bocca famelica.

Allargò le braccia per ritrovare l’equilibrio e lo fece a stento. Il petto si sollevava e riabbassava velocemente poi via via più lentamente facendogli rendere conto che i sibili erano cessati, almeno per quel momento.

Si abbassò chinandosi in avanti, le mani poggiate sulle cosce per riprendere fiato, mentre i capelli gli coprivano il viso appiccicandosi, sudati, ad esso. Uno strano silenzio avvolgeva ogni cosa, un silenzio irreale. Vi prestò attenzione notando come, in una foresta come quella, fosse impossibile non sentire nemmeno un suono. Si risollevò di scatto ed il silenzio fu infranto da un sibilo che si interruppe in un tonfo sordo nel suo petto. Entrambi le mani scattarono allo sterno, arpionando il dardo che lo aveva colpito, estraendolo. Una stilla di sangue colò lungo la punta, vermiglio e liquido ed ebbe solo il tempo di vederla cadere a terra prima di abbandonarsi all’indietro, le braccia aperte.

Sentiva il vento carezzargli la nuca mentre cadeva nel baratro, avvolgergli il corpo facendogli sventolare i vestiti che gli si appiccicavano addosso. Chiuse gli occhi in attesa del tonfo che avrebbe posto fine alla sua caduta, attendendolo, bramandolo come il bacio della sposa nel talamo. Lo attese, ancora ed ancora .. poi ….

Poi una luce lo investì ed il tonfo che udì fu quello della tazza che, caduta a terra, lo aveva riportato alla realtà. Un sorriso si aprì sul suo volto mentre con lo sguardo raggiunse il vetro notando con immensa gioia, che la pioggia non era cessata e che molte gocce, ancora lo rigavano. Raccolse la tazza e la posò, poi riprese posto, pronto a partire per un nuovo viaggio.

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Ecency