ESPERIMENTO: numero 3 i furti alle cabine telefoniche

I furti in appartamento erano da qualche tempo passati di moda in città. Mentre fino agli anni precedenti si usava andare a rubare nelle case dei ricchi, dove era nota la presenza di gingilli costosi quali la tivù in stile home cinema, argenteria massiccia e quant'altro è solito trovarsi nelle abitazioni di lusso, oramai da un pezzo le cabine telefoniche, specie quelle site nella zona industriale, erano diventate alvo abituale sia dei professionisti del furto e dello scasso che dei ladri di galline. A ridosso del quarto millennio, infatti, i furti tradizionali erano diventati oltremodo svantaggiosi. La refurtiva proveniente dalle case dei ricchi spesso veniva reperita dalle forze dell'ordine locali entro 24 ore dal fattaccio e restituita ai legittimi proprietari. Quanto alle case dei borghesi e piccolo-borghesi, che non godevano della stessa considerazione che le autorità locali riservavano all'upper class, avevano escogitato un sistema a prova di qualsiasi ladro. Si erano riforniti delle più moderne tecnologie d'importazione straniera e blindavano tutti i loro averi. Quanto alle case dei poveri, che non potevano permettersi nulla del genere, non c'era più nulla da rubare da tempo immemorabile. I poveri oramai non avevano più nemmeno la tivù: l'arnese era stato sfrattato dalle loro abitazioni a seguito dell'ultimo aumento del canone televisivo. Al massimo, nelle case dei poveri si trovava qualche pentolaccia dalle immancabili ammaccature o qualche cambio d'abiti e scarpe talmente logori che nessuno al mercato nero si sarebbe sognato di comprare. Nemmeno un microonde tenevano più in casa, come un tempo solevano perfino le famiglie dei braccianti o dei manovali non qualificati oppure di chi faceva le pulizie in nero, cioè coloro che guadagnavano meno di tutti. Ma tra gli abitanti delle cabine telefoniche, qualcosa di interessante si trovava sempre: un materassino da fitness, che una volta ripulito per bene, al mercato nero faceva un figurone. Oppure, forse ancor meglio, un fornello a gas. Quello si che era di grande utilità e al mercato nero lo pagavano bene. I più fortunati riuscivano poi perfino a reperire telefoni cellulari oppure caricabatteria solari e a volte entrambi i dispositivi. I ladri di galline invece si contentavano di oggetti privi di valore quali cuscini, una schiuma da barba, qualche pentola. Tutti in ogni caso prediligevano la facilità e la velocità del furto di turno, senza doversi mai scervellare per questa e quella minuzia e quanto ai ladri professionisti, la certezza che la refurtiva sarebbe rimasta in loro possesso. Già le autorità cittadine non si curavano dei borghesi e tantomeno dei poveri, dunque figurarsi cosa poteva importargliene degli abitanti delle cabine telefoniche. Tutte le denunce effettuate dal borghese in giù cadevano immediatamente nell'oblio. Un abitante dei una cabina telefonica, poi, non poteva neppure avvicinarsi in sicurezza a un posto di polizia senza rischiare di esserne malamente cacciato quale soggetto indesiderabile.
Per questi motivi Tancredi aveva fortemente sconsigliato a Manolo, un amico in comune con Sigismondo, la zona industriale. Era lì che si concentrava la quasi totalità dei furti nelle cabine telefoniche. Ma Manolo non gli aveva dato retta e aveva così perso i cuscini, furto operato da un ladruncolo di galline. Poteva andargli anche peggio, se fosse passato dalla sua cabina telefonica un ladro professionista.
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Ps: immagine Pixabay 100% free (rappresenta l'oggetto più prezioso per un abitante di cabina telefonica: un fornello portatile)
https://pixabay.com/es/photos/hornillo-de-camping-kocher-quemador-1853680/

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Ecency